ADRENALINA PURA

Il campione Italiano di Velocità Montagna 2001, Franco Cinelli, ci confessa sensazioni, emozioni, paure e autostima, sulla sua Osella PA20/S BMW, in gara sui tornanti della Salita della Sila. 

 

CELICO (CS) “La gara è già iniziata. Un quarto d’ora prima di salire sulla vettura, ripasso mentalmente il tracciato, curva dopo curva, staccata dopo staccata, riguardo e correggo tutte le traiettorie fino al traguardo. C’è gente intorno a me. Per me è come se non esistessero. Sono concentrato sulla gara. Mi preparo a salire sulla vettura. Il mio meccanico mi aiuta ad allacciare le cinture. La partenza si avvicina. La vettura che mi precede sta per partire. La tensione è altissima. Adesso la strada davanti a me è libera. Si accende il rosso. Pochi secondi al via.  Innesto la prima. La visiera va giù. L’occhio è sul contagiri. Si accende il verde, mancano cinque secondi al via. Il verde si spegne. Via. Il motore urla. Rilascio la frizione. Le ruote pattinano, devo cercare trazione, appena la “sento” giù con l’acceleratore fino a 7800 giri. In successione: seconda, terza, quarta e quinta. Arrivo alla prima “esse”, tolgo una marcia e non accelero più di tanto. Le gomme non sono in temperatura. All’uscita, giù a tavoletta di quarta, poi, quinta, che mi trascino fino alla prima staccata. Via tutte le marce fino alla seconda. Prima curva a destra. Devo tenermi leggermente all’interno. All’uscita innesto la terza e affronto all’esterno il curvone. Così facendo posso affrontare meglio il primo tornante. Piano. Cerco di non esagerare con la staccata. Di nuovo prima, seconda, faccio la “semicurva” a destra, giù il piede e via di terza. Arrivo ad un’altra “esse”. Non è tanto difficile, ma devo stare comunque attento. La staccata è leggera. La curva davanti a me gira a destra. L’acceleratore va giù fino a quando non entro nella seconda “esse”. Subito davanti a me il curvone a destra. Scarico tutta la potenza del motore fino alla quinta marcia. Esagero la staccata. Tanto l’uscita è larga. Terza. Il motore urla, ma devo arrivare al tornante nascosto. Qua, sussurro a me stesso: anticipa la staccata, non esagerare altrimenti finirai largo in uscita. Detto, fatto, di nuovo prima, seconda e terza fino all’altro tornante di sinistra. Via una marcia, giù di seconda. La coscienza mi consiglia di fare piano, ma il tornante invita molto. Attenzione: in uscita è pericoloso. La vettura è dritta. Che bello sentire la progressione delle marce; terza, quarta e quinta. Arrivano le curve della “roccia”: una a sinistra, l’altra a destra, via una marcia. Attenzione all’inserimento, c’è un avvallamento. E via così, di quarta, poi quinta, finché arriva il primo ponticello. Inserisco la terza. Il tornante che trovo a sinistra è molto stretto . C’é un grosso dislivello. Lo giro in prima marcia, piano, non devo esagerare, c’è il rischio che si alzi la ruota interna. In uscita, via di seconda, che “tiro” fino alla semicurva a sinistra e, poi ancora fino all’altra curva di destra. Il “selvaggio”. Ci arrivo di quarta. Sul dritto dentro la quinta. Devo tenere giù il piede fino in fondo. Sono in apnea. Arrivo alla staccata… un sospiro di sollievo. Dentro la seconda, e quasi, mi rilasso. In uscita tiro ancora. Ce l’ho fatta. Continuo a trascinarmi la marcia fino al secondo ponticello, innesto la terza. Devo rimanere concentrato. La curva della fontana. L’asfalto è scivoloso. Di nuovo seconda, apro il gas, e tiro fino alla quarta. Un’altra staccata, inserisco la seconda ed entro nella “esse”. Destra, sinistra e giù tutto il gas fino alla quarta marcia. Ancora un’altra staccata di seconda. Un altro ponticino stretto. Davanti a me il curvone del muraglione. Ci arrivo di quarta, dentro la terza. Una leggera derapata. Davanti a me un’altra “esse”, giù di terza. Ancora un’altra “esse” di terza. Per il tratto la velocità è impressionante. La curva della casa cantoniera la percorro di quarta allegra. Finalmente, ho la possibilità di rilassarmi. Di quinta piena costeggio gli alberi. Il fruscio che sento in questo tratto, è musica per le mie orecchie. La velocità accarezza il mio corpo, le mani sono strette al volante; è stupendo… sembra di volare, però se non conosci la strada questo tratto ti inganna. C’è un tornante nascosto. Dentro di prima. In uscita più all’interno possibile. I due tornanti delle forbici. Arrivo veloce. Piano. Non esageriamo con l’irruenza. Sinistra, destra. Prima, e subito seconda. Giù l’acceleratore fino alla quinta, poi scalo in quarta. La semicurva a sinistra è veloce. La traiettoria ideale è passando tra guard-rail e muretto. Esco via da una “esse” di seconda, poi, dentro la terza, fino alla curva della fontana. Manca poco all’arrivo. L’ultimo pezzo di tracciato: un curvone a destra di quinta piena. Dov’è il giudice di gara? Dov’è la bandiera a scacchi? Siii! Ce l’ho fatta. Mentre taglio il traguardo, i miei occhi sono sul display del tempo. Una domanda: sarà il migliore?”. Per la cronaca Franco Cinelli, ha registrato un 5’09’’81, classificandosi 2° assoluto alle spalle di Cassibba, distaccato di pochi centesimi di secondo.                 

                                                                                                                                                                      Carla Sabato

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